sabato 25 maggio 2013

VENIVAMO TUTTE PER MARE DI JULIE OTSUKA

Il libro in questione l'ho preso per una lettura del gruppo di lettura di cui faccio parte, della biblioteca della
mia città. Avevo sentito elogiarlo in passato in diversi siti in rete, e quando la responsabile del gruppo l'ha proposto, l'ho votato per la curiosità di verificare se fosse vero.
La Otsuka ha scritto un libro corale, dove non c'è un singolo protagonista, in quanto protagoniste  sono le voci di queste donne giapponesi, che nei primi anni venti del novecento, lasciano la loro terra natale per andare in America a raggiungere un marito, sposato per corrispondenza. Queste donne hanno diverse età e provengono da diversi strati della società giapponese, ma tutte sono accumunate dal desiderio di cambiare le loro vite in meglio, diventando delle signore come quelle occidentali di cui hanno sentito parlare. Invece le speranze vengono subito bruciate dalla realtà, appena sbarcano in California, la loro destinazione. Prima di tutto il marito non è quello che credevano, in quanto la foto inviata loro è di un altro uomo, più giovane e bello. Poi la vita che le aspetta è quella di serve del marito, sempre ad obbedire ai loro ordini, sia fuori che dentro casa. Ed infine la casa si riduce ad una baracca vicino ai campi da coltivare, dato che il marito altro non è che un bracciante degli americani, che lavora la loro terra e si sposta a seconda delle stagioni del raccolto. Ed eccole qui, queste donne giapponesi, disilluse, trasformate in macchine per l'agricoltura, tutto il giorno chine sulla terra, al lavoro senza mai un lamento, una protesta. E così procede la loro vita negli anni, anche quando diventano madri nulla cambia. Vivono in quartieri a loro destinati ed anche se in teoria possono spostarsi in altre parti della città, si sentono e vengono fatte sentire sempre degli estranee, delle emarginate, da quegli americani che si sentono i legittimi abitanti e possessori della città. Ma tutto cambia con l'attacco giapponese a Pearl Harbor. D'ora in avanti ogni giapponese americano è visto come una spia, un nemico e rinchiuso in campi di lavoro. E gli americani, per i quali questi giapponesi lavoravano, dopo un primo sguardo sbalordito alla scomparsa di questa gente, continuano le loro esistenza come se nulla fosse. Il posto dei giapponesi viene preso da cinesi, coreani, filippini, e la vita va avanti come prima.
Libro stupendo, che tratto di un argomenti ai più sconosciuto, come i campi di lavoro in terra americana, costruiti per i  giapponesi, di cui poco si sa e si parla. Ma ancora più bello è la descrizione della vita di queste donne, donne che ancora vengono considerate degli oggetti, e la loro vita è decisa dagli uomini, che siano essi padri, fratelli, mariti. 

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